Comunicato n. 14
Terzo e ultimo appuntamento con Oh No! Songwriters - Rassegna di arti e intenti comuni, con il nostro palco che ospiterà un graditissimo ritorno, quello di Elli de Mon. La cantautrice e scrittrice farà tappa a Corridonia per presentare un saggio sulle donne nel blues e un disco nuovo di pacca.
La tappa della Soms chiuderà una due giorni che vedrà impegnata Elli de Mon tra l'Abruzzo e le Marche.
ore 18:00 Presentazione del libro Countin' the blues. Donne indomite di Elisa De Munari. Marco Paolucci di Kathodik e Silvia Casilio di Osservatorio di Genere dialogano con l'autrice.
ore 19:00 Cena a buffet
ore 20:00 Elli de Mon presenta Pagan Blues
Contributo artista + cena a buffet 5€
Ingresso riservato ai soci. Puoi pretesserarti a questo link, anzi vi consigliamo vivamente di farlo --> https://bit.ly/3R3bzFN
Evento realizzato in collaborazione con Osservatorio di Genere, Polarville, Kathodik Webzine, Oh No! Tapes, Babilonia.
Chi è Elli de Mon
Elli de Mon è chitarre, grancassa, rullante, sonagli, suoni saturi e psichedelia indiana. Attingendo a piene mani dalla tradizione sciamanica di lontani incantatori quali Bessie Smith, Fred McDowell e Son House, ma anche da quella più sporca di band come Gun Club, Jon Spencer Blues Explosion, the Stooges, Elli combatte i suoi demoni con lo strumento a lei più congeniale: la musica.
Nel 2023 esce per Area Pirata Records “Pagan Blues”, 10 anni dopo quel primo 7 pollici e altri 7 lavori, per etichette italiane e straniere, che l'hanno portata in giro per il mondo a suonare e condividere tanti palchi con artisti da lei molto amati. Nel 2020 Elli ha inoltre esordito come scrittrice con un saggio sulle donne del blues degli anni '20, a cui hanno fatto seguito un libro di racconti e una graphic novel.
Un libro: Countin' the blues. Donne indomite
Durante l’inizio del Ventesimo secolo, una potente tradizione di artiste afroamericane aiutò le donne a trovare la loro voce e a farsi sentire: le donne del blues. La vita e l’arte di queste cantanti e musiciste fondarono un nuovo modo di vivere, sfidando i limiti imposti dalla morale. Nessuno poteva dire loro come vestirsi, come comportarsi e soprattutto cosa dovessero sentire. Si rifiutarono di seguire i dettami imposti e nel farlo si guadagnarono una reputazione scandalosa. Erano donne cattive? Forse. Ma erano consapevoli del fatto che essere buone non le aveva, sino ad allora, condotte da nessuna parte. I capitoli del libro sono la testimonianza del coraggio che queste artiste degli anni Venti ebbero nel portare alla luce temi scottanti. Usarono il blues come mezzo per raccontare la verità, per gridare forte cosa significasse essere donne ed essere afroamericane. Le prime donne del blues erano forti, sexy, aggressive, emozionali, spirituali e non si vergognavano dei loro desideri. In Countin’ the Blues ogni capitolo prende il via da una canzone che presenta un tema e racconta, attraverso il testo, la storia della comunità afroamericana e della protagonista che la cantava. E poi la parola passa al presente, a ciò che quelle stesse esistenze fanno riverberare dentro alle musiciste contemporanee, come un’eco. Una parola, una canzone a testa. Come nel pezzo Countin’ the Blues di Ma Rainey, l’autrice, le artiste degli anni Venti e quelle di oggi contano i blues che le attanagliano: la violenza, la libertà, l’omosessualità, la resilienza, Dio, il sesso, la droga, la morte, la rinascita.
Un disco: Pagan Blues
Pagano perché vorrebbe accogliere la molteplicità, le domande,
l’insicurezza, l’oscurità. Pagano perché nasce come provocazione verso quelle scuole di pensiero che vorrebbero ingabbiare il blues in un oggetto devozionale, da museo. Che pretendono sempre di parlare di vero blues, di verità. Elli la verità non ce l’ha. E spera di non averla mai, perché questo la porta in posti lontani, anche scomodi.“Pagan blues” nasce da questa scomodità.